Quante volte ho sentito la frase:” mi sento gonfia”. Questo senso di gonfiore addominale, è sempre più diffuso e colpisce soprattutto le donne durante la giornata, specie dopo il pranzo, ne avrete sicuramente sentito parlare anche voi.
Molte sono le cause che portano a questo disagio, ma le conseguenze spesso sono da ricercare all’interno del microbiota intestinale. Che parolona, per microbiota, detto anche “microflora normale”, si intende l’insieme dei microrganismi che vivono in pacifica coesistenza con il loro ospite umano. Andiamo a studiarlo più in profondità.
Che microorganismi albergano nel tratto gastrointestinale?
Possono essere agenti patogeni facoltativi e specie simbionti non patogene, esiste un equilibrio tra loro che normalmente favorisce i non patogeni, quindi un equilibrio che risulta favorevole alla salute dell’ospite. Pensate ad una cittadina caotica, con gente che guida la macchina, gente che lavora, gente che chiacchiera, mi viene sempre in mente questo paragone quando penso al microbiota.
Il tratto gastrointestinale è l’organo più colonizzato dai microorganismi, la maggior parte dei batteri risiede nella parte inferiore dell’apparato digerente, specialmente nell’intestino crasso.
Ci sono tantissimi studi sul microbiota intestinale, quelli che riguardano la sua organizzazione, la sua composizione, i suoi ruoli fisiologici, ed è un argomento in continua evoluzione, in quanto molto complesso, magari qui potrai capire anche il tuo senso di gonfiore.
Il microbiota inizia ad organizzarsi già durante la nascita
Vi pensate che i microroganismi che abbiamo derivano direttamente da quelli che abbiamo ricevuto alla nascita?
I batteri del microbiota urogenitale e cutaneo materno e quelli provenienti dall’ambiente circostante, durante il parto, e immediatamente dopo, colonizzano rapidamente il tratto gastrointestinale del neonato.
Dopo questa prima fase il microbiota subisce una seconda trasformazione, presumibilmente influenzata dalle caratteristiche del regime alimentare, fino a che, all’età di circa 4 anni, risulta abbastanza stabilizzato nella sua composizione, assai simile a quella dell’adulto. Anche da piccolino sentivi un certo senso di gonfiore?
Qual è la funzione del micriobiota intestinale
Già Ippocrate (400 a.C.) affermava che “la morte risiede e origina nell’intestino”, a tutt’oggi è stato dimostrato che la flora batterica intestinale svolge un’azione benefica per l’organismo svolgendo un ruolo essenziale:
per lo svolgimento dei processi digestivi, infatti contribuisce alla fermentazione dei residui dietetici non digeribili e alla fermentazione dei mucopolisaccaridi endogeni prodotti dall’epitelio intestinale. Il prodotto finale metabolico è la generazione di acidi grassi a catena corta (SCFA) che esercitano un potente effetto trofico sull’epitelio intestinale. Riforniscono di energia e di prodotti nutritivi per la crescita e la proliferazione anche delle stesse specie batteriche. Questi batteri intestinali sono potenti coadiuvanti in quanto hanno geni codificanti-enzimi che le cellule dell’apparato digerente non hanno.
per i processi metabolici, infatti contribuisce alla produzione di vitamine e contribuisce all’assorbimento del calcio, del magnesio e del ferro.
per la regolazione del sistema immunitario locale dell’organismo ospite. I batteri sono una prima linea di resistenza contro la colonizzazione da parte di microbi esogeni e dell’invasione dei tessuti da parte di agenti patogeni, combattono in diversi modi uno dei quali producendo le battericine.
Conseguenze di un alterato microbiota
Una dieta ricca di grassi e zuccheri semplici e povera di fibre modifica il microbiota intestinale diminuendo la diversificazione delle specie benefiche e aumentando le specie patogene. (Turnbaugh PJ et al., Sci Trasl Med 2009). Iniziate a capire il vostro senso di gonfiore?
La perdita di questa diversificazione, unita alla comparsa di squilibri tra le proporzioni dei ceppi batterici, può avere gravi conseguenze. Questa perdita di equilibrio viene chiamata disbiosi, ed è associata a una vasta gamma di disturbi. Tra questi, diarrea, sindrome del colon irritabile (IBS) o malattia infiammatoria dell’intestino (IBD), tumore del colonretto e anche alcune patologie epatiche e allergie, nonché malattie collegate all’alimentazione come obesità ed il diabete di tipo 2.
Sembra che le composizioni alterate del microbiota intestinale abbiano effetti anche sul sistema nervoso centrale e che persino disturbi mentali come la depressione, l’ansia e l’autismo possano essere collegati alla disbiosi del microbiota intestinale.
Come possiamo mantenere intatto il nostro microbiota, senza più senso di gonfiore
Anche se la rottura di un equilibrio microbico può avere molte cause, ad esempio infezioni da agenti patogeni o l’uso di antibiotici , il ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita è cruciale. Dobbiamo fare attenzione a bilanciare i nutrienti della nostra dieta.
Una dieta bilanciata favorisce la formazione e la manutenzione di una comunità microbica ben composta, dove le diverse specie di batteri vivono in un sistema di “controllo e bilanciamento reciproco”. Quel senso di gonfiore potrebbe essere una conseguenza del mancato equilibrio?
Un modo per mantenere un equilibrio tra le specie di microorganismi, consigliato ormai da molti nutrizionisti, include l’utilizzo di prebiotici e probiotici, due elementi ampiamente studiati nel campo del microbiota intestinale.
I probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, (sufficiente per ottenere una temporanea colonizzazione dell’intestino da parte di un ceppo di probiotico di almeno 109 cellule vive, come detto dal Ministero della Salute, nelle linee guida del 2011) apportano un beneficio alla salute dell’ospite”.
Il concetto di probiotico nasce quando, nel 1908, un biologo russo, propose la tesi che ,la longevità di quei pastori bulgari e caucasici che arrivavano fino a cento anni, dipendesse dal consumo massiccio di yogurt. Questa affermazione attirò l’attenzione della comunità scientifica internazionale sui batteri presenti nello yogurt, i cosiddetti fermenti lattici e da lì iniziarono una serie di studi scientifici.
I probiotici esercitano un effetto di regolazione sulla barriera epiteliale in modi diversi:
Inibizione di microrganismi patogeni
Riduzione del pH intraluminale
Secrezione di batteriocine
Competizione per loci di adesione epiteliale
Miglioramento della barriera epiteliale e mucosa: impediscono una colonizzazione nociva
Stabilizzazione delle tight junctions: riduce la permeabilità epiteliale
Stimolazione della secrezione di mucine
Aumento della sintesi e secrezione di IgAs: aumentando la proliferazione di linfociti B
Aumento della produzione di SCFA
Controllo dei meccanismi di omeostasi cellulare
Aumento della sintesi di citochine antinfiammatorie
Riduzione della sintesi di citochine pro infiammatorie
Down-regulation dell’apoptosi cellulare (un’apoptosi incontrollata può determinare danno tissutale indotto da sostanze tossiche rilasciate da un eccesso di cellule in degenerazione).
Nel complesso, gli studi indicano che l’incremento nel microbiota intestinale di alcune specie batteriche considerate “favorevoli” alla salute dell’organismo, quali Bifidobacterium e Lactobacilus, è correlato con una riduzione dell’incidenza e severità di una serie di disordini a carico del tratto gastrointestinale inferiore. Comunque, la somministrazione di specie probiotiche non porta il medesimo effetto in patologie diverse e in differenti fasce di età. È necessario fare attenzione alla scelta e ai dosaggi adeguati rivolgendosi al proprio medico e presentando il proprio sensi di gonfiore.
Gli altri prodotti, anche se meno importanti, sono i prebiotici, componenti non digeribili della dieta che servono per alimentare alcuni batteri benefici, promuovendone così la crescita. Un esempio di prebiotico è l’inulina, che si trova nella cicoria e nei carciofi.
Attenzione però, a non passare da una dieta prevalentemente ricca di carboidrati e proteine ad una ricca di carboidrati complessi, frutta, verdura, perchè il nostro microbiota è sottoposto ad un lavoro eccessivo e non abituale, quindi potrebbe far fatica. Ecco perchè i cambiamenti non devono essere repentini, ma sempre graduali.
Come valutare lo stato del proprio microbiota intestinale per capire il vostro senso di gonfiore
Le nuove tecnologie hanno permesso di identificare una sorta di “impronta digitale batterica” legata a determinate patologie che potrebbe rivelarsi un potente e non invasivo strumento diagnostico permettendo lo sviluppo di una terapia specifica.
La coprocultura, un esame utile a verificare una ridotta biodiversità batterica, può rivelarsi uno strumento diagnostico utile per effettuare una diagnosi precoce di alcune patologie, permettendo di adottare misure preventive.
Un esame al microscopio ottico degli eritrociti, può dare, ad un attento e preparato osservatore, un quadro abbastanza completo dello stato del vostro intestino. Test poco costoso, ma non diffuso e poco conosciuto.